Anche quest’anno siamo pronti a rivivere una delle manifestazioni più antiche e sentite dalla popolazione molisana e campobassana, i “Misteri”, che avrà luogo domenica prossima 23 giugno a Campobasso, nella festività del Corpus Domini. La processione dei Misteri sfila per le strade della città dando vita ad uno spettacolo tra i più belli e suggestivi. I Misteri, frutto dell’ingegno di Paolo Saverio Di Zinno, da quasi tre secoli dimostrano la devozione e l’attaccamento della comunità campobassana a questa tradizione. I Misteri di Campobasso risalgono al XVI secolo quando venivano allestite sacre rappresentazioni su palchi in legno collocati nei pressi delle chiese.
Origine
A partire dal secolo successivo le principali confraternite laiche della città, per solennizzare la festività del Corpus Domini, presero l’abitudine di rappresentare scene sacre, il cui soggetto variava di anno in anno, su barelle che venivano portate a spalla in processione davanti al Santissimo Sacramento. Le confraternite, intorno alla metà del XVIII secolo, commissionarono allo scultore campobassano Paolo Saverio Di Zinno la progettazione di macchine che assicurassero stabilità alle raffigurazioni, in modo che le scene rappresentate fossero sempre le stesse e i figuranti avessero sempre gli stessi atteggiamenti, e ne affidarono la realizzazione agli esperti fabbri ferrai campobassani (cit. Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia http://bit.ly/2W4Ec7l).
Secondo una tradizione orale non documentata, vennero realizzati ventiquattro Misteri ma sei non ressero al collaudo e non furono più ricostruiti. Si ha invece notizia certa della realizzazione di diciotto Misteri di cui sei furono distrutti durante il terremoto del 26 luglio 1805 dal crollo degli edifici in cui erano conservati.
Nel 1959 i fabbri campobassani Tucci realizzarono un tredicesimo Mistero, il Santissimo Cuore di Gesù, sulla base di un disegno attribuito al Di Zinno. In passato erano le confraternite a gestire, tra lo sforzo e la competizione, la processione dei Misteri, che univa fede popolare a ostentazione del potere. A partire dal XIX secolo, a seguito della soppressione delle confraternite, la processione dei Misteri è organizzata dall’amministrazione comunale di Campobasso che, dal 1997, è supportata
dall’Associazione Misteri e Tradizioni.
Struttura e scene
I Misteri sono macchine o ingegni costituiti da una base di legno, nella quale è inserita una struttura in ferro fucinato che, sviluppandosi in verticale, si ramifica e porta ad ogni estremità delle imbracature, in ognuna delle quali viene posto un bambino. È da sottolineare l’intelligenza dell’artista e la grande capacità professionale dei suoi collaboratori fabbri che, ben dimensionando la struttura e usando alcuni artifici costruttivi (tecnica della bollitura), sono riusciti a realizzare dei congegni ancora oggi, dopo più di 250 anni, pienamente funzionali. L’espressione quadri viventi ben si adatta a questi congegni, in cui il dinamismo dei figuranti si fonde perfettamente con la staticità della struttura in
ferro (cit. Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia http://bit.ly/2W4Ec7l).
I bambini rappresentano angeli, diavoli, santi e madonne e sembrano sospesi nel vuoto perché i loro costumi mascherano struttura e imbracature. Sulla base del Mistero sono presenti altri personaggi interpretati, a seconda del ruolo, da bambini o da adulti.
I Misteri vengono portati a spalla in processione per le vie della città e il passo cadenzato dei portatori, facendo oscillare la struttura in ferro, crea l’illusoria sensazione di vedere angeli e diavoli volare a diversi metri da terra. Secondo la tradizione Di Zinno, per dare forza ed elasticità alla struttura dei Misteri, avrebbe ideato una lega speciale della cui composizione era unico depositario. Questo spiegherebbe perché i Misteri distrutti nel 1805 non siano stati ricostruiti e perché quello realizzato nel 1959 sia il più pesante. I Misteri rappresentano scene dell’Antico e del Nuovo Testamento e scene tratte dalla vita di alcuni santi. La processione si apre con i Misteri di Sant’Isidoro e San Crispino,
rispettivamente protettore dei contadini e dei calzolai, in ricordo delle Faci o Faglie che i coloni e gli artigiani costruivano come ringraziamento a Dio per l’anno trascorso, e che precedevano la processione del Corpus Domini (cit. Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia http://bit.ly/2W4Ec7l)
Lia Montereale