La scorsa notte ho fatto un sogno bellissimo. Ho sognato la RIC, la Repubblica Indipendente Campobassana. Devo ammettere di aver provato una grande emozione per la vittoria di Roberto Gravina, che sarà il mio e il vostro sindaco, per i prossimi cinque lunghi anni, persona in cui, come dicono gli inglesi, “I place my hopes”, ripongo le mie speranze. Ho sognato una città ordinata, pulita, verde, piena di fiori, con la musica ovunque, una città dove il sindaco faceva il sindaco con l’aiuto dei suoi ragazzi, della sua squadra e dei cittadini che avevano voglia di fare, di aiutare, di collaborare su tutto: raccolta differenziata, nessuna polemica sulle scuole chiuse per neve, perdita dell’abitudine ad usare l’automobile anche per percorrere solo 20 metri, rispetto e civiltà verso le strutture pubbliche e l’arredo urbano (giochi per i bambini, aiuole, fontane), voglia di comunità e serenità. Ho sognato una città dove il sindaco faceva il sindaco e proteggeva una città dove il vescovo, il questore ed il prefetto, non facevano anche i sindaci aggiunti, una città dove i ragazzi che c’erano restavano e quelli che erano andati via tornavano perché la RIC era un paradiso dove si creavano tante cose belle per la loro vita, i loro interessi e il loro futuro. I place my hopes in Roberto e i suoi ragazzi perché sono consapevole della loro voglia e delle loro competenze, della loro onestà e della loro trasparenza. Ma c’è un ‘ma’. Nella Repubblica Indipendente Campobassana che ho sognato tutti eravamo in totale disaccordo con il Governo italiano. Tutti. L’Italia era in recessione, “sì ok, ma da giugno a settembre: mare, montagna, viaggi, vacanze, calciomercato, Sarri alla Juve, Messi all’Inter, Barella al Milan e quindi sticazzi, ne parliamo a ottobre”, la gente sparava dai balconi, i decreti sicurezza erano vere e proprie leggi criminali, la Polizia sequestrava striscioni anche nelle abitazioni private, le grandi fabbriche chiudevano, il lavoro diminuiva sempre di più e il tutto era legato all’operato e alla fame di potere di un tizio di Milano, alleato del Movimento 5 Stelle. Brutta storia, brutto Paese. Nel sogno bellissimo, Roberto e una parte importante del Movimento (una parte, perché i due senatori molisani e non solo, erano più vicini a Salvini di quanto io avrei potuto esserlo alla Banda della Masciona) si dissociavano in modo forte e chiaro da chi aveva votato a favore del Decreto Sicurezza Bis e di tante altre innumerevoli decisioni lerce, che nulla c’entravano con Roberto, i suoi ragazzi e la meravigliosa Repubblica Indipendente Campobassana. Ho fatto un sogno bellissimo, c’era un tizio che ad un tratto ci guardava e ci diceva: “Uomini, siate umani, è il vostro primo dovere. Siate umani verso tutte le condizioni, tutte le età, tutto ciò che non è estraneo all’uomo. Quale saggezza può mai esistere fuori dell’umanità?”
Era un certo Rosseau, tanto amato dai componenti del Movimento 5 Stelle, che proprio oggi hanno votato a favore una legge imbarazzante e cattiva. I PLACE MY HOPES.
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