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Home L'intervista

Reddito di residenza, Antonio Tedeschi entusiasta: “Siamo già a 400 domande e in tanti hanno partecipato direttamente dal Molise”

Enzo Luongo di Enzo Luongo
7 Dicembre 2019
Reddito di residenza, Antonio Tedeschi entusiasta: “Siamo già a 400 domande e in tanti hanno partecipato direttamente dal Molise”

Il consigliere regionale Antonio Tedeschi, ideatore del reddito di residenza

Un primo dato c’è, di certa sostanza: in 400 si sono candidati al reddito di residenza. Per il provvedimento regionale che più di qualsiasi altra misura ha fatto il giro del mondo, attirando perfino l’attenzione di autorevoli testate internazionali, sabato prossimo scadranno i termini per la presentazione dei progetti finanziabili. E alla curiosità della vigilia è seguito, stando ai primi numeri ufficiali, un certo interesse perché “400 domande, a quattro giorni dalla chiusura del bando, ci fanno parlare di successo oltre i confini regionali e nazionali”. Il consigliere Antonio Tedeschi nell’intervista a Riservato non si schermisce per minimizzare, tutt’altro. Con fierezza piena evidenzia e sottolinea che il reddito di cittadinanza, di cui lui è il padre nobile, l’ideatore convinto e appassionato, “è stata una vetrina importantissima per il Molise”.

In che senso?

Abbiamo registrato un forte e nuovo interesse nei confronti del Molise anche fuori dai confini nazionali. Moltissimi sindaci ci hanno riferito di persone provenienti dall’estero in giro nelle ultime settimane per i nostri borghi, probabilmente per conoscere da vicino la realtà e fare delle opportune valutazioni. Anche in questo senso la nostra misura è stata una vetrina straordinaria per il territorio. Domani verrà la France2 per realizzare un servizio destinato al telegiornale nazionale francese e la prossima settimana dovrei essere su Rete4.

È tutta questa attenzione mediatica che piace?

L’attenzione dei media e dei cittadini è nei riguardi di una misura che funziona, come pare, di più e meglio del reddito di cittadinanza, perché è mirata a creare occupazione con più concretezza.

E in che modo? È davvero sufficiente un sussidio mensile di poche centinaia di euro?

Noi invitiamo a fare impresa: con i 24 mila euro, spalmati in tre anni, si apre un’attività, si sposta la residenza e si torna a vivere sul territorio. Si torna a consumare sul territorio, a pagare le tasse in un piccolo comune. 400 domande significano 400 partite iva: questo è un risultato eccezionale. È pazzesco, se si considera che è un dato destinato a salire ancora.

Fa affidamento sulle candidature presentate all’ultimo momento utile?

Ce ne saranno altre, possiamo affermarlo con buona sicurezza, e, a ogni modo, già adesso possiamo parlare di risultato formidabile: dai primi riscontri sappiamo di progetti provenienti da Francia, Germania, America, Spagna, e Nord Italia.

E si conosce già anche la tipologia di attività?

Per lo più settore turistico, ma siamo ancora in fase di raccolta. Molti si sono indirizzati sul turismo, ma ci sono anche proposte di artigiani, di professionisti e di aziende agricole.

E ritorniamo al tema dei temi: i fondi a disposizione. Con un milione si possono soddisfare tutte queste iniziative?

Non potevamo immaginare un riscontro di queste proporzioni. Il milione di euro è un appostamento di partenza. Ma le dirò di più…

Cioè?

Le giro la domanda: che cosa ci avrebbero detto, di che cosa non ci avrebbero accusato se avessimo stanziato 10 milioni di euro? Mi sembra di sentirle tutte le possibili polemiche: buttano i soldi, non funzionerà… Noi, stavolta, ci siamo mossi con la prudenza del buon padre di famiglia: se arriveranno tante domande, metteremo molti più soldi. Il reddito di residenza è una misura che serve al territorio perché crea economia, crea posti di lavoro. Almeno è il nostro auspicio: chi apre un’attività oggi, magari domani sarà nelle condizioni di assumere altro personale. Nel provvedimento ci sono diverse finalità, a cominciare dal contrasto allo spopolamento.

È un po’ pretenzioso quest’obiettivo, no?

Sicuramente, ci vorrebbe molto di più per arginare il problema dei problemi per il Molise: magari questa misura potesse essere la soluzione, però va intesa come una piccola azione importante perché quando in un piccolo paese di mille persone o ancora meno di 500 abitanti aprono una due o tre attività è un segnale fortissimo, credo io. Anche in termini di emozioni. E questo vale anche per chi vive in un centro più grande del Molise.

Vale anche per i molisani già residenti?

Vale per chi vive a Campobasso e decide di spostarsi, faccio un esempio, a Matrice: porta vita lì. Quante volte nei nostri comuni non si riesce a chiudere una classe perché manca un solo bambino al numero minimo previsto dalla legge? Questo bando qua vale anche per i molisani che da un posto più grande vogliono iniziare o tornare a vivere in un piccolo comune, e dai primi riscontri possiamo dire che in molti hanno agito così. La nostra misura, va ricordato, è cumulabile con altre forme di finanziamento.

Lei lo sa che questo ragionamento è stato oggetto e può esserlo ancora di tanta diffidenza e tante critiche?

In Molise siamo bravissimi a dire che tutto quello che si fa è sbagliato. A quelli che dicono che le cose non vanno bene, dico: fate anche voi.

Però lei appartiene alla classe amministrativa scelta dai cittadini: tocca a voi fare.

E stiamo facendo, però sono convinto che tutti possiamo fare e contribuire alla crescita della nostra regione.

Ma non teme un assalto alla diligenza, un colonialismo da toccata e fuga? La storia imprenditoriale del Molise è piena di saccheggi esteri.

Per questo abbiamo previsto un impegno di cinque anni e chi va via prima dei tre anni deve restituire i soldi.

Scaduto l’iter per la presentazione delle domande, che succede?

Ci sarà una commissione che valuterà dalla fattibilità del progetto, se il progetto si incastona nel territorio.

E che vuol dire?

Se nel progetto c’è una macelleria per un comune dove c’è già una macelleria, ovviamente non finanzieremo la macelleria.

È un modo per non penalizzare chi da solo va avanti e resiste?

Le misure per i residenti delle aree interne ci sono già, ci sono sempre state e continueranno a esserci. Ci sono bandi di ogni tipo per chi vuole fare impresa, a fondo perduto o a tassi agevolati e molte nuove opportunità stanno uscendo proprio in questi giorni, alcune annunciate dallo stesso presidente Toma. Per fare una misura più strutturata e aiutare tutti non basterebbe una manovra finanziaria, spropositata per le risorse del Molise, ma comunque ci sono buoni strumenti per tutti.

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