A Palazzo San Giorgio va in scena la prima seduta del nuovo consiglio comunale tutto targato 5 Stelle ed è la novità più saliente dell’amministrazione eletta con le ultime elezioni. Non accadeva da anni. Il paragone con la Democrazia Cristiana dei tempi d’oro è inevitabile. A guardarli, i 20 volti dei consiglieri pentastellati, 20 volti per lo più sconosciuti, fanno fare per suggestione un tuffo nel passato, in un passato che sembra lontanissimo ma che in fondo è ancora roba fresca e resta la fetta di storia più lunga d’Italia dal Dopoguerra, quando, soprattutto nei centri molisani, non era necessario fare alleanze per amministrare. Il partito di De Gasperi dominava senza difficoltà.
I 5 Stelle hanno raggiunto a Campobasso un obiettivo, a suo modo, straordinario: con una sola lista, considerato che il movimento non fa alleanze, sono riusciti a vincere le elezioni amministrative grazie al ballottaggio contro la Lega che non ha schierato il suo candidato migliore con la scelta confluita su Maria Domenica D’Alessandro. Roberto Gravina ha vinto, stravinto facile facile. Portando con sé nell’aula del consiglio comunale ben 20 persone (oltre al sindaco e agli assessori), alcune delle quali forti di poche decine di voti in lista con lui: la nuova maggioranza monocolore. Della vittoria pentastellata è l’effetto principale, assieme a quello di aver scardinato un sistema trito e ritrito.
Un sistema che oggi vede seduti nei banchi dell’opposizione, leggasi della minoranza, consiglieri di vecchia data abituati con troppa spavalderia a stare prima in una coalizione poi nell’altra a seconda della convenienza. Stanno lì, senza grosse voci in capitolo, nonostante che pure a questo turno di elezioni abbiano incassato centinaia e centinaia di preferenze, che nemmeno il più votato dei 5 Stelle può immaginare di ricevere. A loro oggi tocca vedere altri decidere e amministrare.
Come pure per il centrosinistra, uscito con le ossa rotte dalle consultazioni di maggio scorso, è l’occasione per riflettere, nei suoi nuovi panni di minoranza, su tutti gli errori commessi non solo negli ultimi cinque anni di governo cittadino. E il più grave sta sempre nei banchi dell’opposizione di oggi: ossia aver provato sempre e soltanto ad ammaliare, conquistare, avere in squadra esponenti normalmente di centrodestra ma pronti a spostarsi di qua e di là in base all’aria che tira. Campagne acquisti sempre strombazzate ai quattro venti senza accorgersi intanto dello scollamento dell’elettorato nauseato da tanta promiscuità.
La seduta di insediamento del Consiglio comunale di Campobasso è stata presieduta dal consigliere ‘anziano’ Margherita Gravina. Dopo l’inno nazionale e la convalida degli eletti il sindaco Gravina ha giurato e si sono svolte le operazioni di voto per eleggere il presidente del Consiglio comunale. Alla seconda votazione è stato eletto Antonio Guglielmi. Suo vice sarà Salvatore Colagiovanni che ha ottenuto 8 voti (ci sono state anche 4 schede nulle).