Nel centro storico della città di Venafro, ospitato nel seicentesco monastero di Santa
Chiara, il Museo archeologico raccoglie reperti dall’età preistorica fino all’epoca medievale
provenienti dal territorio dell’antica Venafrum.
Una delle opere più rappresentative del Museo è la statua di Venere rinvenuta nel 1958
durante i lavori per la costruzione di una casa lungo Via Colonia Giulia ed è databile al II
secolo d.C.. Probabilmente sarebbe stata utilizzata come decorazione per un fontana.
“Afrodite immortale dal variopinto trono, figlia di Zeus tessitrice di inganni, non piegarmi il cuore, ti prego, con affanni e angosce, o veneranda” (Saffo)
La statua è di una bellezza e di una sensualità travolgente. La veste che aderisce al corpo
e i capelli semiraccolti inducono a pensare che la dea della bellezza e dell’amore avesse
appena compiuto un bagno rituale.
Gli scacchi rappresentano invece uno dei più antichi esempi di questo gioco in Europa.
Nel 1932, in occasione di lavori effettuati nei pressi della Cattedrale di Venafro, vennero
recuperati alcuni oggetti in osso, identificati come pedine di scacchi.
I pezzi sono una testimonianza della presenza araba a Venafro occupata tra il IX e il X
secolo dalle truppe dell’emiro di Bari. Questo gioco di strategia, nato probabilmente in
India, costituiva uno tra i principali momenti di svago nel Medioevo, introdotto in Europa
proprio grazie alla mediazione degli Arabi.
Per informazioni ed approfondimenti sulla collezione visita il sito del Polo Museale del
Molise http://bit.ly/2X4ozOH.
Lia Montereale